Se stai leggendo questo articolo, forse sai già che sto lavorando per diventare un nomade digitale. Una delle decisioni più naturali, ma al tempo stesso più impegnative, è stata quella di ridurre tutto ciò che possiedo in modo che entri in due zaini. La mia vita, al momento, si dispiega in appena 120 litri di spazio: 80 in uno zaino e 40 nell’altro. Se ti stai chiedendo come abbia fatto, e quali siano stati i pro e i contro di questa scelta, sei nel posto giusto perché ora te lo voglio raccontare. Continua a leggere per scoprire le difficoltà affrontate, i compromessi necessari e anche qualche sorprendente beneficio lungo il cammino.
Il Primo passo: Il desiderio di minimalismo
Da anni vivo seguendo i principi del minimalismo, una filosofia che ho abbracciato ancora prima di pensare di diventare un nomade digitale. Per me, il minimalismo è più di un semplice modo di vivere con meno cose; è una scelta consapevole che riguarda ogni aspetto della mia vita. Dai beni materiali alle relazioni, dalla gestione del tempo all’organizzazione dello spazio, avere meno mi ha sempre permesso di concentrarmi meglio su ciò che è davvero essenziale o che mi rende felice.
Questo modo di vivere ha apportato numerosi benefici alla mia esistenza, tra cui una maggiore serenità mentale e un’enfasi sulle esperienze piuttosto che sulle cose. L’idea di vivere con intenzione, valorizzando la qualità piuttosto che la quantità, è stata al centro della mia filosofia personale.
Quando la decisione di diventare un nomade digitale è entrata nella mia vita, il mio background minimalista ha fornito una solida base su cui costruire. Non si trattava più solo di avere meno “cose”, ma di condensare il mio mondo in uno spazio fisico ancor più ridotto: due zaini, per la precisione. Ma invece di vederlo come un ostacolo, l’ho percepito come un’estensione naturale del mio desiderio di vivere in modo più semplice e intenzionale. Era un nuovo capitolo, un nuovo livello di minimalismo che ero pronto ad abbracciare con entusiasmo e curiosità. Come diventare cintura marrone di minimalismo (quella nera la lascio a quelli che vivono anche senza arredamento. Ecco, quello è troppo per me).
Cosa C’è nei Miei Zaini: L’Essenziale per la (mia) Vita in Movimento
Ogni oggetto nei miei zaini è stato scelto con cura, seguendo una filosofia minimalista che però tiene conto di esigenze pratiche. Ecco cosa ho scelto di portare con me.
Zaino da 80 Litri:
- Vestiti: Una selezione pazientemente curata, per tutte le occasioni… purché casual! No dai, scherzo, ho anche una camicia e un gilet. Di più non ci stava.
- Scarpe: Una necessità, specialmente considerando il mio numero di scarpe, un discretissimo 45! Consideriamo anche che in totale ho 4 calzature: sandali in sintetico, scarpe da tennis, scarpe “eleganti” (sempre da tennis, ma bianche e pulite), scarponi da trekking (che incredibilmente sono riuscito a fare stare nello zaino).
- Necessario per la cura personale: Perché anche un nomade digitale ha bisogno di essere fresco e pulito.
- Medicine: Perché la salute è la vera ricchezza, no?
- Attrezzatura Varia: Posate da viaggio, coltellino svizzero, una corda per stendere, guanti da lavoro (perché non si sa mai), etc…
Zaino da 40 Litri:
- Computer e Caricabatterie: Il mio ufficio mobile. Il caricabatterie è uno strumento magico che supporta carica simultanea di diversi dispositivi, incluso il mio laptop. Fino a 100w, davvero comodo! Se sei interessato, cerca caricatori con tecnologia GaN.
- Cavetti vari: La linfa vitale della mia esistenza digitale.
- Power bank(s): Perché rimanere senza batteria è come rimanere senza ossigeno.
- Router mobile: Internet è la mia seconda casa. O essendo nomade dovrei dire la prima? Comunque ho scelto di affidarmi a un router mobile per poter inserire una sim locale e non dover stare troppo dietro alle sim che ho sul cellulare. Inoltre posso collegare diversi dispositivi contemporaneamente e non consumare la batteria del cellulare usandolo come hotspot.
- Un cambio: Per gli imprevisti durante i trasferimenti (utilissimo quando si passa da un clima freddo a uno caldo).
- Borraccia filtrante: L’idratazione è importante, ragazzi! E inoltre non tutta l’acqua è sempre potabile.
- Documenti e chiavi di casa: Le chiavi di casa sono più un simbolo che un’utilità a questo punto.
Chiaramente, lo zaino piccolo si svuota, all’occorrenza, e si riempie delle cose necessarie per occasioni tipo una gita, una giornata in coworking, e cose così. Ho anche un marsupio capiente che uso quando sono fuori e non ho bisogno del computer.
I Compromessi e i Benefici: La Doppia Faccia della Medaglia
Ridurre la mia vita a 120 litri è stata un’esperienza illuminante in molti modi. Ovviamente, ci sono stati dei compromessi da fare. Per cominciare, non posso certo vantarmi di avere un guardaroba all’ultima moda o di essere preparato per un clima che vada oltre quello mite. Questo per me non è un problema. Essendo un minimalista, comunque il mio stile è molto sobrio e neutro. Però, le mie scarpe, che con il loro numero 45 occupano un notevole spazio, rappresentano un altro compromesso in termini di spazio disponibile.
Ma diciamocelo, questi “sacrifici” sono davvero trascurabili di fronte ai benefici che questa scelta di vita mi ha portato. La libertà di muoversi senza l’ingombro di innumerevoli oggetti è incredibile. Non devo preoccuparmi di affittare un deposito per le mi cose o di dover tornare a casa per prendere qualcosa che ho dimenticato. In pratica, la mia “casa” è sempre con me, racchiusa in 120 litri di spazio.
Inoltre, avendo organizzato una “base” in cui lasciare le poche altre cose che possiedo (per esempio i vestiti invernali), posso sempre pianificare in anticipo e passare da lì, prima di muovermi in climi più freddi.
Il fatto di avere solo oggetti essenziali mi permette di vivere con una maggiore presenza mentale. Non sono distratto dall’eccesso di “cose”, e questo aiuta a concentrarmi sui progetti ed esperienze che contano davvero.
In definitiva, i compromessi sono il prezzo da pagare per una vita di libertà e intenzionalità. E se mai mi sento in dubbio, basta pensare a tutto ciò che ho guadagnato in termini di mobilità, flessibilità e serenità per farmi ricordare che ho fatto la scelta giusta.
Riflessioni Finali: Un Viaggio Oltre lo Zaino
Oltre ai benefici tangibili e ai piccoli compromessi, c’è qualcosa di più profondo in questa esperienza di vivere con soli 120 litri di spazio. Non si tratta solo di praticità o minimalismo, ma di un viaggio interiore verso una comprensione più chiara di ciò che è veramente importante nella vita.
Ridurre gli oggetti materiali mi ha permesso di allargare il mio orizzonte mentale. Ogni oggetto che ho lasciato indietro è come un peso sollevato, che mi ha reso più leggero nel cammino verso i miei obiettivi e aspirazioni . È come se ogni litro di spazio nel mio zaino avesse creato più spazio nella mia mente e nel mio cuore per nuove esperienze, relazioni e scoperte.
Il viaggio verso il diventare un nomade digitale è costellato di sfide e di imprevisti, ma ogni passo in avanti è un passo verso una vita più in linea con i miei valori e i miei desideri. E in questo viaggio, i miei due zaini non sono solo bagagli, ma simboli della libertà e dell’intenzionalità che sto cercando. Motivo per cui, tra l’altro, sono molto felice di poter rimettere in campo il mio vecchio zaino scout e un nuovo zaino tech. Un connubio perfetto tra passato e futuro della mia vita.
Per me, essere sereno significa vivere in armonia con me stesso e con il mondo che mi circonda. Con soli 120 litri di “cose”, ho trovato una serenità che va ben oltre lo spazio fisico che occupano.