Traslocare non è mai un’esperienza piacevole. Mettere il proprio passato in scatoloni e non sapere quando lo rivedrai può essere doloroso. Non è tanto il luogo che si lascia, ma ciò che si porta con sé che rende il trasloco un processo difficile.
Gli oggetti che abbiamo sono spesso legati a ricordi, decisioni, discussioni ed eventi specifici. Anche se sono un minimalista e ho poche cose, tra quei pochi oggetti ce ne sono alcuni che sono davvero difficili da inscatolare.
Una di questi oggetti è una borsa per pc in pelle che ho comprato attraverso una campagna Kickstarter di una bottega di artigianato negli Stati Uniti. Ricordo bene quanto ci ho pensato prima di sceglierla e finanziare il Kickstarter. Ho consultato la mia compagna di allora, ormai ex-moglie, per avere la sua opinione. Ho preso un metro e ho cercato di immaginare le sue dimensioni finali.
Quando la borsa è finalmente arrivata dopo mesi di attesa, mi ha riempito di gioia. Ricevevo complimenti da amici e mi sentivo soddisfatto di usare un oggetto che trovavo veramente utile e ben fatto.
Oggi, quella borsa è stata messa in una scatola insieme ai maglioni e alle giacche invernali. I ricordi mi hanno travolto e ho sentito il dolore di chi se ne va, lasciando un luogo e i suoi ricordi alle spalle.
Non ho più bisogno di quella borsa. L’ho sostituita con uno zaino, che userò in viaggio assieme ad un grande zaino che conterrà tutto il resto di cui ho bisogno. Mi porterò letteralmente tutto il necessario sulle spalle.
Nonostante ciò, quella borsa rappresenta alcune scelte fatte nel passato, le decisioni prese e le idee che cambiano, talvolta in modo doloroso.
Non c’è niente di male nel provare dolore nel fare qualcosa. Anzi, penso che alcune decisioni e passi che facciamo nella vita debbano far male in qualche modo. È il prezzo del cambiamento, la tassa che dobbiamo pagare per trovare il nostro equilibrio.
Come minimalista, mi chiedo se avrei potuto risparmiare quando ho comprato quella borsa. Ora mi chiedo se ne valeva la pena, visto che finirà chiusa in una scatola e non so se la userò mai più.
Penso che ne sia valsa la pena, in realtà. Ne è valsa la pena per i due anni in cui l’ho usata, per la gioia che mi ha dato e perché è un ricordo tangibile e utile di una vita passata.
I cambiamenti spaventano e i traslochi feriscono. Tuttavia, non ricordo un momento in cui sia stato così felice ed emozionato come in questo periodo.
A volte, il minimalista che è in me dovrebbe semplicemente stare in silenzio e guardare.
Ora la parte più logistica:
Il 26 ottobre partirò per il Kenya e il trasloco che avevo programmato di fare al mio ritorno sarà completato prima ancora di partire. Quel salto nel buio verso il nomadismo digitale è sempre più vicino. Sono spaventato e non vedo l’ora di scoprire se quel salto mi porterà in una situazione gestibile o se sarà un fallimento.