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The Minimalists

13 Dicembre 2023 di Giacomo Lanzi

I matatu di Nairobi: vibranti scenari urbani

Immergiti nel mondo vibrante e colorato dei matatu di Nairobi, un intreccio unico di arte, cultura e trasporto. Questi minibus non sono solo un mezzo per spostarsi, ma sono l'anima pulsante di una città in continuo movimento. Ti racconterò la storia di come i matatu non solo trasportano persone, ma anche storie di creatività, resilienza e la vita quotidiana del popolo keniota. Assieme alla mia esperienza personale, ti racconto un po' di storia e cerco di farti capire questi mezzi pubblici così particolari.

Categoria: Destinazioni
Dove mi trovavo quando ho scritto l'articolo

Nairobi, la vivace capitale del Kenya, è una città di contrasti straordinari. Situata nella parte sud-occidentale del paese, essa è un crogiolo di tradizioni, modernità, innovazione e sfide. Tra i grattacieli luccicanti e i mercati colorati, Nairobi si muove al ritmo frenetico di una metropoli in rapida espansione, dove antico e nuovo si incontrano e si scontrano quotidianamente.

In questo scenario urbano dinamico, i matatu di Nairobi emergono come un elemento distintivo e quasi surreale. Questi minibus coloratissimi e decorati con graffiti e dipinti vivaci non sono solo un mezzo di trasporto, ma rappresentano un fenomeno culturale, un’icona visiva e sociale che caratterizza le strade della città. Con i loro colori accesi e i messaggi audaci orgogliosamente impressi sui fianchi (quasi sempre a stampo di carattere motivazionale / religioso), sono molto più di semplici veicoli: sono espressioni ambulanti di arte, politica, e cultura pop.

I matatu di Nairobi sono un microcosmo della città stessa: vibranti, imprevedibili e pieni di vita. Mentre sfrecciano per le strade trafficate, trasportano non solo persone, ma anche storie, sogni e le realtà quotidiane di milioni di Nairobiani. Il loro aspetto appariscente, a tratti quasi post-apocalittico, con decorazioni che spaziano dall’eroico al fantastico, riflette la resilienza e la creatività di una comunità che trova la bellezza anche nel caos urbano.

In questo articolo, ti racconto come io ho vissuto i matatu di Nairobi (e non solo): dalla loro storia al ruolo sociale nella vita urbana, immergendoci nel cuore pulsante della città detta Safari Capital of the World.

Storia dei Matatu di Nairobi

I matatu non sono semplicemente un mezzo di trasporto: sono, assieme a tuk tuk e boda boda un capitolo su ruote della storia del Kenya. La loro storia inizia negli anni ’60, subito dopo l’indipendenza del paese. Inizialmente, i matatu erano pochi, semplici furgoni usati per trasportare merci e persone. Tuttavia, ben presto divennero un pilastro fondamentale del sistema di trasporto pubblico di Nairobi, soprattutto per le fasce meno abbienti della popolazione.

Negli anni, i matatu di Nairobi hanno subito una trasformazione sorprendente. Da semplici mezzi di trasporto, si sono evoluti in veri e propri simboli culturali. Il cambio più significativo si è verificato negli anni ’70 e ’80, quando i proprietari di matatu iniziarono a personalizzarli con decorazioni elaborate e messaggi colorati, trasformando questi semplici veicoli in opere d’arte in movimento. Ogni matatu divenne unico, riflettendo i gusti e le passioni del proprietario e degli artisti coinvolti nella decorazione.

Questa evoluzione non è stata priva di ostacoli. Nel corso degli anni, i matatu di Nairobi sono stati al centro di numerose controversie, tra cui problemi di sicurezza, regolamentazione del traffico e tensioni con le autorità locali. Nonostante ciò, hanno resistito come una componente indispensabile del panorama urbano di Nairobi.

Gli anni ’90 e 2000 hanno visto un ulteriore sviluppo dei matatu. Con l’introduzione di leggi più severe per la sicurezza e la regolamentazione del traffico, i matatu di Nairobi hanno dovuto adattarsi. Nonostante le nuove sfide, sono rimasti una parte vitale e dinamica della vita cittadina, continuando a evolversi assieme con la città stessa.

Oggi, i matatu non sono solo un mezzo di trasporto, ma un simbolo di resilienza, creatività e spirito imprenditoriale keniota. Riflettono la storia di una nazione che ha saputo adattarsi e prosperare nonostante le sfide, e continuano a essere un elemento fondamentale nella vita di ogni giorno a Nairobi.

I matatu di Nairobi

I Matatu di Nairobi: un fenomeno unico

I matatu di Nairobi non sono solo un mezzo di trasporto, ma vere e proprie gallerie d’arte su ruote. Sono famosi per le loro vivaci verniciature esterne, spesso caratterizzate da immagini di celebrità, eroi locali, icone della cultura pop, e slogan motivazionali o politici. Le decorazioni non sono solo estetiche, ma comunicano anche messaggi importanti sulla cultura e la società keniote.

Da specificare che i matatu sono diffusi in tutto il territorio keniota, ma quelli cittadini sono “estremi” e hanno alcune caratteristiche che quelli extraurbani non hanno, per esempio: musica ad alto volume, improbabili giochi di led dentro e fuori l’abitacolo e un modo tutto loro di destreggiarsi nel traffico, con il conductor (il responsabile per il viaggio, quello a cui paghi il biglietto e che si occupa di prenotare le fermate) appeso fuori dalla porta che urla ai passanti le destinazioni che sta per raggiungere.

L’interno dei matatu di Nairobi è altrettanto impressionante. Sedili rivestiti di tessuti colorati, sistemi audio potenti e schermi per la riproduzione di musica e video rendono ogni viaggio in matatu un’esperienza sensoriale unica. È comune che i matatu trasmettano musica popolare locale e internazionale, contribuendo a diffondere nuove tendenze e gusti musicali tra i passeggeri.

La personalizzazione dei matatu va oltre l’estetica. Essa è un’espressione di individualità e di appartenenza a una comunità. Molti matatu portano i nomi di squadre sportive locali o internazionali, figure politiche o persino slogan religiosi, riflettendo gli interessi e le passioni della comunità a cui appartengono.

I matatu sono anche un palcoscenico per l’espressione sociale e politica. Non è raro vedere matatu adornati con messaggi politici o di sensibilizzazione su temi sociali, rendendoli una parte attiva del discorso pubblico in Kenya. In questo modo, i matatu non solo trasportano persone, ma anche idee, contribuendo a plasmare l’opinione pubblica.

I matatu di Nairobi sono anche espressione artistica, un mezzo di diffusione culturale e sociale e un simbolo della vivace e resiliente cultura urbana. La loro presenza nelle strade della città non è solo funzionale, ma è anche un ricordo costante dell’ingegnosità e della creatività del popolo keniota.

Come funzionano i matatu

I matatu sono più di un semplice mezzo di trasporto: sono un sistema complesso e dinamico che riflette l’energia della città. Ogni matatu segue un itinerario specifico, che può variare da percorsi urbani brevi a tragitti più lunghi che collegano diverse parti della città o addirittura raggiungono zone rurali. Nei casi di matatu che collegano le città, aprirò un discorso a parte.

Le tariffe dei matatu sono generalmente accessibili e flessibili. Non esiste un sistema di biglietti fisso (a parte per le “grandi compagnie” che collegano le città), ma le tariffe vengono negoziate direttamente tra il passeggero e il conductor. Questo rende ogni viaggio in matatu un’esperienza unica, dove la negoziazione fa parte dell’interazione quotidiana.

La contrattazione, per un bianco, può essere particolarmente stressante. Cercano sempre di farti pagare un po’ di più, di aggiungere scellini kenioti al costo per il bagaglio e in generale di farti pagare più di un local. La cosa migliore è avere già un’idea di quanto potrebbe costare il tragitto da percorrere e cercare di non pagare di più. Si può avere questa informazione parlando con le strutture in cui alloggiamo o con i locali, molto più abituati degli europei ad usare i matatu.

Il ruolo del conductor di matatu è fondamentale nel funzionamento di questo sistema. Infatti, per i matatu che collegano città e in generale fanno tragitti lunghi, sta al conductor trovare passeggeri e riempire il mezzo. Fintanto che il matatu non è pieno, non parte. Scordati, quindi, degli orari di partenza. Potrebbe essere che raggiungi il tuo matatu e sei l’unica persona e quindi ti tocca aspettare anche più di un’ora e mezza prima che tutti i sedili (a volte anche più che tutti) siano pieni e quindi il mezzo parta.

I matatu sono spesso sovraccarichi di persone. La loro capienza va da 10-14 persone (per i piccoli van) fino a oltre 50 (per vecchi autobus). Nel primo caso sono stato personalmente su un matatu che ospitava 21 adulti e 1 minore (che viaggia sulle gambe di un genitore, con il conductor che stava in piedi, appeso al portellone aperto del van.

Ho anche potuto fare l’esperienza di un viaggio su un matatu di grandi dimensioni. Un vecchio autobus sovraccarico di persone, valige e merci, sia dentro tra i sedili che negli appositi scomparti e sopra il tetto. Su uno di questi ho visto una motocicletta trasportata sul tetto del bus.

I matatu non sono solo veicoli, ma centri sociali in movimento. All’interno di questi minibus, passeggeri di diverse estrazioni sociali condividono spazi ristretti, conversazioni ed esperienze. Questa convivenza forzata crea un senso di comunità e appartenenza, riflettendo la diversità e la vitalità della società keniota.

La mia esperienza con i matatu

Per spostarsi da una città all’altra in Kenya non c’è quasi altra possibilità che usare i matatu. Ogni piccolo centro urbano ha un “stazione” (chiamata stage) in cui si radunano i matatu e si preparano a partire. Sono zone estremamente stressanti, in cui persone di varie compagnie di matatu ti rivolgo sempre la stessa domanda di dove stai andando e ti offrono la loro destinazione (non gliene importa nulla di dove tu stia andando, ovviamente). Sono zone caotiche in cui usare il cellulare o averlo in mano non è consigliato, per esempio. Bisogna sempre avere sott’occhio i propri zaini e sapere rispondere a tono quando le persone diventano troppo insistenti.

Chi cerca passeggeri per i matatu, infatti, sa essere molto insistente e a volte è anche difficile fargli capire che non hai bisogno di un passaggio perché sei appena arrivato o perché sai già dove andare. Dal loro punto di vista è un modo per non farti pensare e aiutarti ad andare dove devi andare, ma in cambio, spesso, vogliono dei soldi anche solo per averti accompagnato al matatu corretto.

A parte un paio di spostamenti, fatti con compagnie di trasporto meno “estreme” (ovvero su corriere un po’ più comode, ma comunque decisamente “vintage”), ci siamo spostati in matatu per ogni cambio di città. La procedura è sempre la stessa:

  1. Arrivi al matatu stage (la stazione dei matatu)
  2. Ti si avvicinano una decina di persone che ti salutano e ti chiedono dove vai
  3. Ti indicano il matatu giusto (e solitamente si aspettano un pagamento per questa informazione)
  4. Parli con il conductor che da per scontato che salirai sul suo matatu
  5. Contratti il prezzo, capisci se lo zaino grande è incluso nel prezzo (a volte si, a volte no)
  6. Ti infilano in un posto stretto
  7. Speri che il resto dei posti si riempiano presto e che non decidano di mettere 4 persone nelle file da 3. Già in 3 non è proprio comodissimo, quando hai uno zaino tra le gambe o sulle ginocchia.

Una volta partiti, speri che vada tutto bene. Gli incidenti e i guasti non sono affatto rari in Kenya. Ovviamente, se vuoi stare più comodo, puoi pagare anche un sedile extra per mettere gli zaini, ma stai pagando comunque un biglietto in più.

Come sono fatti i matatu

I matatu di Nairobi (ma anche nel resto del Kenya) sono dei van che hanno almeno 15-20 anni (ho visto pochissimi mezzi che non avessero almeno 15 anni in Kenya, anche quelli privati), i cui interni sono stati completamente rifatti per ospitare quanti più sedili possibili. Le strutture dei sedili sono dei semplici tubi di ferro saldati quasi mai bene e quindi bisogna anche stare attenti a non farsi male.

I sedili sono relativamente comodi, se non vengono stipate troppe persone al loro interno. La tappezzeria, come l’esterno, è molto colorata e il cruscotto è quasi sempre addobbato in modo esagerato.

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È evidente, inoltre, che i matatu sono mezzi che hanno fatto un’eccezionale numero di chilometri e vengono riparati in continuazione. I meccanici e i negozi di ricambi sono molto spesso vicini ai matatu stage e vendono pezzi di ricambio che sembrano già esausti.

A memoria ricordo solo marche giapponesi (Toyota e Huynday, soprattutto) e mi sono sempre chiesto come questi mezzi arrivino in Kenya. Sono in circolazione dal loro primo chilometro o arrivano nel paese quando altrove raggiungono il fine vita? Propendo per la seconda ipotesi.

Matatu e Comunità

I matatu di Nairobi, come dicevo, non sono solo un mezzo di trasporto, ma un tessuto connettivo essenziale per la comunità cittadina. La loro importanza va ben oltre il semplice spostamento da un punto A a un punto B: sono un elemento vitale dell’infrastruttura sociale ed economica della città.

Per molte persone a Nairobi, in particolare nelle aree meno servite dai trasporti pubblici tradizionali, i matatu sono l’unica opzione accessibile e conveniente per spostarsi. Grazie alla loro flessibilità e onnipresenza, i matatu di Nairobi riescono a colmare lacune significative nel sistema di trasporto pubblico, rendendo la città più accessibile a tutti.

I matatu hanno un impatto significativo sull’economia locale. Ogni matatu è una piccola impresa, che fornisce mezzi di sussistenza a conductor, autisti, meccanici e artisti che decorano i veicoli. In questo senso, i matatu non solo offrono un servizio di trasporto, ma generano anche opportunità economiche per un ampio spettro di persone.

Nonostante la loro importanza, i matatu affrontano sfide continue. Problemi come il sovraffollamento, la sicurezza dei passeggeri e l’impatto ambientale sono questioni critiche. Inoltre, la regolamentazione governativa e le iniziative per la modernizzazione del trasporto pubblico presentano sfide costanti per il futuro dei matatu.

I matatu sono molto più di un semplice mezzo di trasporto: sono un simbolo vivente della comunità. La loro presenza nelle strade della città rappresenta l’ingegnosità, la resilienza e la vitalità del popolo keniota, e sottolinea l’importanza di questi veicoli non solo come mezzi di trasporto, ma come pilastri della vita quotidiana a Nairobi.

Conclusione

Nel corso degli anni, i matatu di Nairobi hanno trasformato il paesaggio urbano e hanno avuto un impatto profondo sul modo in cui la gente vive e si muove nella città. Con la loro audace espressione artistica e il loro ruolo cruciale nel sistema di trasporto, questi minibus non sono solo un mezzo per spostarsi, ma sono diventati una parte intrinseca dell’identità di Nairobi.

La pressione per modernizzare il sistema di trasporto e migliorare la sicurezza stradale, insieme alle preoccupazioni ambientali, sta portando a cambiamenti significativi. Le iniziative di riforma, sebbene necessarie, devono bilanciare la necessità di progresso con la conservazione di questo unico patrimonio culturale.

C’è un equilibrio delicato da mantenere. Da un lato, è fondamentale garantire che i matatu siano sicuri, efficienti e rispettosi dell’ambiente. Dall’altro, è importante preservare lo spirito e la creatività che rendono i matatu di Nairobi una parte così vitale della vita della metropoli.

In conclusione, i matatu sono anche un fenomeno culturale oltre che dei mezzi di trasporto. Riflettono la storia, la resilienza e la creatività del popolo keniota. Mentre Nairobi continua a evolversi e ad adattarsi, sarà interessante vedere come i matatu si adatteranno a questi cambiamenti, mantenendo il loro ruolo fondamentale nel cuore pulsante della città.


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