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The Minimalists

18 Febbraio 2024 di Giacomo Lanzi

La lavatrice di Nakuru: un esempio di inefficienza

In un viaggio ricco di avventure e disavventure, ci troviamo a Nakuru, Kenya, dove le semplici comodità diventano sfide inaspettate. Questa storia non è solo un racconto di viaggio, ma un'esplorazione delle piccole inefficienze che, se risolte, potrebbero fare una grande differenza. Un'apparentemente banale questione di una lavatrice scollegata diventa il fulcro di riflessioni più ampie sull'adattabilità, sulla gestione delle aspettative e sull'arte di cavarsela in situazioni impreviste. Unitevi a noi in questa narrazione, un viaggio attraverso le piccole grandi lezioni apprese lontano da casa.

Oggi ti racconto di un episodio in particolare avvenuto in Kenya. Un esempio lampante di quanto, a volte, basterebbe così poco per far funzionare meglio le cose, ma per un qualche motivo, questo piccolo sforzo extra non viene fatto.

Antefatto: ci fermiamo a Nakuru

A causa di una settimana piuttosto tranquilla, dobbiamo fermarci per qualche giorno a Nakuru, una città a metà strada tra dove eravamo (Nyagwethe) e dove dovevamo andare (Maralal). Abbiamo deciso di rimanere a Nakuru per alcuni giorni per avere il tempo di lavorare in una situazione confortevole. Venivamo da una settimana trascorsa in una capanna di fango sulle rive del lago Vittoria e avevamo bisogno di poter cucinare i nostri pasti e di avere anche qualche comodità.

Avevamo prenotato tramite Booking, ma l’host dell’appartamento, due giorni prima della prenotazione, ci comunica che l’ospite prima di noi si sarebbe fermato una notte in più e che ci avrebbe dato un’altro appartamento, senza lavatrice, e poi ci avrebbe spostato. Noi avevamo una certa urgenza di lavare i nostri vestiti.

Cerchiamo freneticamente un altro alloggio, mentre tra Booking e la proprietaria dell’alloggio prenotato cerchiamo di capire la situazione e il da farsi. Cancelliamo la prenotazione, con un certo fastidio (il posto era davvero ottimo, dalle foto) e cerchiamo altro. Troviamo un appartamento e lo prenotiamo tramite whatsapp, vista la fretta. Verso i primi scellini kenioti per fermarlo.

Durante il processo di prenotazione, mi assicuro più volte che ci sia la lavatrice e un tavolo per poter lavorare. Il signore con cui stavo comunicando ci assicura di sì e quindi prenotiamo.

La lavatrice non funziona

Arriviamo al complesso di appartamenti e ci mostrano il nostro. Non male, semplice ma con tutto. Una cucina funzionale, un bel bagno con acqua tiepida e un paio di secchi che ci sarebbero tornati utili per lavarci tutte le calzature, ancora infangate dall’esperienza al villaggio. Unico problema, la lavatrice non c’è. La cerchiamo meglio e finalmente la troviamo, sul balcone.

Ora, se ti stai chiedendo perché la lavatrice fosse sul balcone, è la stessa domanda che siamo fatti noi. Non è il posto adatto a un elettrodomestico, inoltre, sui balconi, di solito, non c’è un attacco e uno scarico dell’acqua e a volte manca anche una presa elettrica. Infatti la lavatrice c’era, ma era completamente scollegata, quindi inutilizzabile.

Chiamo il tipo e gli faccio presente che la lavatrice è scollegata e non ci sono attacchi, non è utilizzabile. Lui mi dice che qualcuno sarebbe venuto a sistemarla in una mezz’ora. Io lo so che significa almeno un’ora, ma dico ok. Intanto si fa metà pomeriggio e il tipo mi chiede di saldare il resto del prezzo pattuito in reception. Qui non avrei dovuto fare questo errore, ma scendo e pago.

Passa un’ora. Richiamo, mi assicura che qualcuno sarebbe arrivato a breve. Sono quasi le 18 e inizia ad imbrunire. Alle 18:30 richiamo e mi incazzo: ho chiesto la lavatrice, mi hai detto che c’era ed era funzionante, ne ho bisogno oggi. Mi dice che qualcuno sarebbe venuto domani mattina.

Alzo la voce e gli dico che ormai non posso andare via, ma che questa cosa non va bene per niente. Le condizioni erano altre e io non accetto che la lavatrice non funzioni. Gli dico che per lo meno volevo una notte scontata, perché, anche volendo, era tardi per andare altrove, fuori era buio e noi avevamo passato il pomeriggio ad aspettare che qualcuno venisse a far funziona la lavatrice.

A un certo punto sono sceso in reception e ho richiesto i soldi, per avere almeno una leva di contrattazione. C’era solo la guardia che ha chiamato il tipo. Me lo passa e gli dico che voglio i miei soldi e che glieli avrei ridati solo quando la lavatrice avrebbe funzionato.

Mezz’ora dopo è venuto di persona.

Mi spiegano come far funziona la lavatrice

Il signore si presenta con una prolunga elettrica. Attacca la lavatrice a una presa nel salotto, appena dentro il balcone e poi inserisce lo scarico della lavatrice nello scarico del balcone. L’acqua non la collega e poi mi spiega come usarla.

La lavatrice è a carica verticale e, siccome non è attaccata all’acqua, unico modo per farla funzionare è caricarla a secchiate. A secchiate! Inoltre, la lavatrice era pure grande, per riempirla abbiamo usato 4 secchi di acqua, ognuno dei quali da circa 15-20 litri. La facciamo partire, selezionando come programma solo quello che fa il lavaggio.

Ovviamente, finiti i 20 minuti di programma, l’acqua non c’è più, l’ha scaricata. Per altro, scaricandola, ha allagato il balcone il cui scarico non è fatto per supportare un flusso di acqua come quello in uscita da una lavatrice. Inizia il calvario.

Ricarica la lavatrice, fai un risciacquo. Ricarica la lavatrice e un altro risciacquo. Poi finalmente la centrifuga. Durante la nostra permanenza abbiamo dovuto fare 4 carichi di vestiti da lavare.

Bastava poco, eppure…

In molti modi le cose sarebbero potute andare meglio. Per esempio l’appartamento poteva avere una prolunga già al suo interno. Quello che me lo ha affittato poteva spiegarmi per telefono come funzionava. La lavatrice poteva essere all’interno dell’appartamento. Qualcuno del complesso (per esempio le ragazze delle pulizie) potevano spiegarmi come funzionava.

La mia compagna di viaggio, che conosce l’Africa orientale meglio di me e ha anni di esperienza con l’avere a che fare con questo tipo di disguidi, si diverte a vedere le mie reazioni indignate di fronte a inefficienze così facilmente evitabili. Eppure mi stupisco ancora e penso che ci vorrebbe davvero poco per evitare che queste cose succedano.

Purtroppo, però, nelle mie esperienze in Kenya, molte cose sono manchevoli per piccoli dettagli che non sono problemi gravi e basterebbe poco per evitare, eppure…

Magari un giorno ti racconto della mia esperienza con il cosiddetto “african time”.


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