Nella mia città, che ho chiamato casa per tanto tempo, mi ritrovo seduto su una panca nella mia piazza preferita. Ma questa non è una domenica come le altre; è l’ultima che passerò qui prima di partire per l’avventura che mi porterà fino in Kenya. Questo viaggio rappresenta un altro tassello nel mosaico della mia trasformazione in nomade digitale, un percorso costellato di alti e bassi, di incertezze e scoperte. La domenica, giorno tradizionalmente di riposo e riflessione, diventa oggi un simbolo potente di tutte le domeniche passate e di quelle che verranno, in terre lontane e sconosciute.
La Domenica: Un Giorno Ambivalente
La domenica è un giorno che spesso polarizza le emozioni. Per alcuni, è un’oasi di riposo in una settimana frenetica; un’opportunità per rilassarsi, trascorrere del tempo con la famiglia o dedicarsi a hobby e passioni. Ma per me, la domenica è spesso stata carica di un senso di malinconia e di chiusura. Finisce la settimana, e con essa l’energia dei nuovi inizi, lasciando una sensazione di vuoto che può essere difficile da riempire. Oggi, questa domenica ha un peso ancora maggiore. Segna non solo la fine della settimana, ma anche l’inizio di una nuova fase della mia vita.
Il centro della mia città si sta svuotando, le strade sono silenziose e le persone in giro sono poche. Passeggiando per le vie del centro io sento l’importanza del passo che sto per intraprendere.
Il Palcoscenico delle Emozioni: Memorie di Piazza
Ogni città ha i suoi angoli segreti, le sue piazze e i suoi vicoli che diventano i custodi silenziosi delle nostre storie. Per me, questa piazza nel cuore della città è uno di quei luoghi. Ha visto le mie risate e le mie lacrime, ha accolto i miei pensieri più profondi e i miei momenti di leggerezza. Dopo il divorzio, è diventato un luogo di rifugio e, a tratti, di rinascita. Le pietre, gli alberi e le panche sembrano parlare, ricordandomi delle diverse fasi della mia vita in cui sono passato di qui, fin da adolescente. Oggi, mi siedo su una delle sue panche consapevole che questo luogo sta per diventare una memoria, un frammento di un capitolo della mia vita che sta per concludersi.
Intorno a me ci sono persone sedute nelle panche. Non sono molti, sono per lo più universitari, che stanno chiacchierando condividendo una birra tra amici. Mi piace la mia città quando è tranquilla e diventa il salotto di tutti. C’è pace e c’è spazio per pensare.
Il Confine del Cambiamento
Mi trovo qui, su questa stessa panca, e mi rendo conto che questo momento è più che una semplice pausa di riflessione. È un confine, una linea immaginaria tra ciò che è stato e ciò che sarà. La piazza, che un tempo era un rifugio e un luogo di consolazione, oggi assume una nuova dimensione: diventa un varco, un passaggio da una vita all’altra.
Di qui a pochi giorni, prenderò un volo per il Kenya, catapultandomi in un ambiente completamente diverso. Immagino le strade affollate di Nairobi, le acque dell’oceano indiano a Diani Beach, la diversità della fauna nei luoghi rurali che visiterò. Ogni dettaglio, dalla terra rossa ai sorrisi dei locali, rappresenterà un mondo lontano da quello che ho sempre conosciuto.
Ma più di tutto, immagino le sfide e le opportunità che mi attendono. Vivere in un contesto così diverso richiederà adattabilità, apertura mentale e una certa dose di coraggio. Sarò lontano dalla mia zona di comfort, lontano dalle certezze e dai punti di riferimento che mi hanno accompagnato fino ad ora.
Mentre cerco di abbracciare l’incertezza del futuro, mi accorgo che questo viaggio sarà un catalizzatore di cambiamenti. Alcuni saranno visibili e tangibili: forse imparerò nuove competenze, forse stringerò relazioni significative. Altri saranno più sottili, ma non meno importanti: una maggiore consapevolezza di me stesso, una nuova prospettiva sulla vita o forse semplicemente la conferma di ciò che realmente conta per me.
Un mese lontano da casa può sembrare poco nel grande schema delle cose, ma quando si è all’inizio di un percorso, un mese può essere sia un soffio di vento che un’eternità. È abbastanza tempo per scuotere le fondamenta del mio essere, per interrogare le mie certezze e, spero, per trovare un nuovo equilibrio più in linea con la persona che desidero diventare.
Conclusione: L’Orizzonte di Nuove Possibilità
Oggi, in questa piazza che ha visto tante versioni di me, sento il peso e l’emozione di una partenza imminente. Ma al di là della malinconia e dell’incertezza, c’è anche un palpabile senso di aspettativa. La vita è una serie di capitoli, e mentre uno si chiude, un altro è pronto per essere scritto. E anche se oggi sono avvolto dalla malinconia della domenica e dai ricordi che questa piazza evoca, so che sto per imbarcarmi in una delle avventure più significative della mia vita.
Quello che troverò in Kenya, come cambierò, come mi sentirò quando tornerò a sedermi su questa panca tra un mese, sono domande ancora senza risposta. Ma in questo momento di transizione, forse è proprio l’incertezza a essere la risposta. L’incertezza è il terreno fertile da cui possono nascere nuove scoperte, nuove versioni di noi stessi, nuovi inizi.
E mentre mi preparo a lasciare questa piazza, questa città, e tutto ciò che mi è stato familiare finora, non posso fare a meno di pensare che, in qualche modo, questo tempo e spazio è esattamente dove dovrei essere ora: sul confine tra il noto e l’ignoto, con l’orizzonte di nuove possibilità appena oltre la vista.